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Chihuahua Tacos

"Un tacos suadero e un margarita, grazie." Se fossimo in un film, e la pandemia non esistesse, è con questa frase che vorreste varcare la soglia di questa taqueria messicana a pochi passi a Porta Ticinese.

Ad accogliervi: un neon a forma di chihuahua con una pannocchia tra i denti - di ispirazione inca -, le carte della "loteria messicana" appese al muro, tante piante verdi che non pretendono di essere cactus e colori vivaci, senza dimenticare il profumino che proviene dalla cucina a vista.


Già solo entrando ti viene voglia di sfoggiare il tuo miglior sorriso e fare festa: il social table (proprio di fronte al bancone) ti fa capire che a serata conclusa avrai nuovi amici da seguire su Instagram, oppure che il giorno seguente avrai un mal di testa da hangover e foto con miriadi di sconosciuti/e nella tua gallery sul telefono.



Se vuoi trovare qualcosa che sia diverso dai classici clichè patinati milanesi, questo è il posto chiassoso e vivo che stavi cercando - e se non lo stavi cercando, questo è il posto di cui non sapevi aver bisogno.




Chihuahua Tacos, come si può intuire facilmente dal nome, vota la sua anima allo street food messicano. I protagonisti sono inevitabilmente i tacos, ma sono in buona compagnia: quesadillas, dorados, burritos, nachos, elote di mais e papas.





Ma siccome è noto che mangiare senza idratarsi è altamente dannoso, ecco una drink list a base di tequila/mezcal, vini naturali e birre artigianali e di importazione messicana.







A due passi dai Navigli ecco che si possono trovare i migliori sapori del Messico, tral'altro con un menu in buona parte gluten free. Le tortillas infatti sono prodotte artigianalmente con mais italiano (come vuole la tradizione) e, nonostante i "tacos di battaglia" siano a base di carne non manca la proposta di piatti vegetariani o vegani. Uno street food gastronomico, che però rispetta la tradizione messicana, declinata in stile metropolitano e contemporaneo.


In pratica ci troviamo davanti a un avamposto messicano in stile milanese. Noi i loro tacos li abbiamo provati un po' tutti: dalla carnita mexicana al pastor come ad Oaxaca, dalla variante più californiana con il pescado a quella vegetariana, fresca e leggera.



Tutto artigianale e preparato giornalmente, con ingredienti freschi di mercato e materie prime di grande qualità. Dal menu, alla lista dei cocktail, all'arredamento interno, tutto è studiato per far sì che chi entri possa lasciarsi trascinare dal ritmo tropicale e sfuggire alla frenesia milanese.


Abbiamo fatto qualche domanda ad Alessandro Longhin, co-founder di Chihuahua Tacos, perchè quando ci piace qualcosa vogliamo sempre saperne di più - anche se la ricetta segreta non ce l'hanno data.

Ci riproveremo, promesso.


1. Com'è nata l'idea di aprire Chihuahua Tacos? Raccontateci qualche fun fact.


Facciamo un passo indietro, così vi racconto chi siamo. Io sono Alessandro, classe '82 e figlio di una famiglia di globe trotters, dopo qualche anno vissuto tra Messico e l’Africa Orientale mi sono trasferito a Milano per terminare la laurea in Comunicazione e Pubblicità.

Con un background di 10 anni nel branding e negli eventi ho rivoluzionato la mia vita 5 anni fa scegliendo il pazzo mondo del F&B per sviluppare la passione per il cibo e l'intrattenimento e ciò che avevo imparato in termini di ricerca, storytelling e costruzione delle esperienze. Sono co-founder di The Botanical Club, nato nel 2015 come prima micro distilleria di gin all’interno di un cocktail bar con cucina, seguito a ruota da Champagne Socialist, eclettico wine bar di soli vini naturali e Forno Collettivo, una backery particolare focalizzata sulla produzione di sourdough bread con cucina di prodotto e vini naturali. A Marzo del 2019 ho deciso di uscire dal gruppo da me co-fondato per dedicarmi all’apertura del nuovo progetto “Chihuahua Tacos”, un tacos/mexican bar contemporaneo centrato sul far divertire i nostri clienti con una proposta autentica di street food artigianale messicano e una personalità scanzonata e metropolitana.

Socio e Chef Executive in questa avventura è Samuele Luè, mio coetaneo e milanese DOC.

Dopo un bellissimo percorso internazionale culminato a NY nelle cucine di Momofuku e MuRamen, gestisce e sviluppa la proposta gastronomica di Chihuahua Tacos con grande attenzione al rispetto delle origini, della materia prima di alta qualità e all’unicità e personalità delle nostre proposte.

Ci piace farci conoscere con il nostro motto “Da Chihuahua ridiamo un sacco ma chicos, quando si parla di tacos non scherziamo per niente”: credo riassuma molto bene quello che facciamo, ci divertiamo e facciamo divertire ma con grande cura al servizio, alla ricerca e a creare sempre un'esperienza di livello.

Come sai, la mexican culture è internazionalmente in grande crescita e i tacos bar sono a mio parere oggi i luoghi più cool e divertenti da frequentare nelle grandi città.

A settembre 2019 abbiamo aperto la prima vetrina a Milano in Piazza XXIV Maggio e a Giugno 2021 apriremo la seconda vetrina in Via Paolo Sarpi.

2. Avete aperto solo poco tempo prima dell'inizio dell'inizio della pandemia, cosa che vi avrà certamente stravolto i piani. Per un concept come il vostro, in cui tutto è studiato per far provare ai clienti che cenano nel ristorante una vera e propria esperienza da mexican bar, com'è stato dover puntare tutto sul delivery? Come risponde il pubblico milanese alla vostra cucina?


Stravolti non esattamente, direi che ci ha spronato a studiare, lavorare e migliorare!

Siamo ripartiti con più energie di prima e con nuovi progetti nella nostra route map. Innanzitutto il delivery ci sta dando grandi soddisfazioni e stiamo ricevendo moltissimi feedback positivi. Abbiamo studiato il nostro packaging perché fosse il più funzionale possibile per mantenere i tacos caldi e belli e perchè stilisticamente riprendesse lo stile mexican cool di Chihuahua Tacos. Come a locale aperto, tutti i nostri packaging sono plastic free ed ecologici. Per noi questo periodo è stato una grande opportunità, abbiamo approfittato dei primi mesi per analizzare e correggere qualche imperfezione iniziale e settare totalmente il nostro modello sulla qualità e funzionalità del servizio e del delivery. Una volta riaperto al pubblico ci siamo presentati con una personalità più forte e un prodotto ancora più goloso.


Ovviamente risentiamo della mancanza della sala piena e dell’atmosfera divertente e colorata del locale in festa ma siamo felici di riuscire comunque a crescere mese su mese in termini di richieste e nuove clienti.

Ad oggi, di solo delivery riceviamo quasi 1600/1800 ordini al mese, con una media di 400/500 tacos al giorno! Non vediamo l’ora di riaprire e tornare a divertirci tutti assieme, sopratutto con la nuova apertura che sarà bellissima… per ora ci accontentiamo di entrare nelle case dei milanesi portando una brezza tropical e un raggio di sole della calle.

3. Le proposte nel vostro menu sono ben differenziate - tacos di carne, di pesce, vegetariani - e puntano molto sulla qualità della materia prima e sul legame con le ricette della tradizione messicana. Quali sono i retroscena della preparazione dei vostri tacos?



Sia io che Samuele abbiamo mangiato migliaia di tacos nella nostra vita, dal messico a Ny passando per Barcellona e Copenhagen. Lo studio che ci ha portato a sviluppare le nostre ricette è stato lungo e approfondito. Abbiamo deciso che il nostro punto di partenza giustamente fosse la tradizione: abbiamo studiato le salse, le cotture delle carni, gli abbinamenti classici per poi sviluppare il nostro personale approccio al taco. Ricerchiamo solamente ingredienti di prima qualità, dalle carni ai vegetali, e interpretiamo le preparazioni con nuove tecniche che ne preservino i sapori originali ma guadagnandone in leggerezza, digeribilità e gusto.

Une delle soddisfazioni più belle è ricevere l’approvazione dei tanti messicani che abitualmente vengono a mangiare da noi cosi come avere tanti riscontri positivi dal pubblico internazionale e milanese.

Non chiedeteci di svelarvi qualche ricetta, le nostre sono super segrete!


Alessandro, per chi non lo sapesse, è stato uno dei primi ad aver avuto in Italia l'intuizione delle pokè (di cui vi abbiamo parlato qui): nel 2015 infatti aveva inserito le pokè bowl nella carta del The Botanical Club, prevedendo e dettando quello che poi è diventato nel 2017, con l'apertura della prima pokeria by I Love Pokè, un vero e proprio food trend! Che ci abbia visto lungo anche con i tacos?



Noi aspettiamo trepidanti la nuova apertura a Chinatown, in Paolo Sarpi. E voi?

Restate sintonizzati, perchè ne vedremo sicuramente delle belle!

Intanto se volete rifarvi gli occhi, qui trovate un po' dei loro tacos: https://www.instagram.com/chihuahuatacos_/

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