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Il Ristorante Osaka compie vent’anni: dal 1999 la vera cucina giapponese a Milano
Aggiornamento: 5 giu 2020
Era il 1999 quando Naoko Aoki, non ancora trentenne, decise di aprire a Milano il primo ristorante giapponese di ramen. In quel periodo si contavano su una mano i ristoranti che proponevano sulla piazza milanese la cucina del Sol Levante (principalmente sushi): fra questi Poporoya (del Maestro Shiro Hirazawa), Suntory, Sogo e Akasaka – che facevano capo a importanti aziende giapponesi – oltre ad altri pochissimi locali di piccola gestione.

La sua vita non aveva nulla a che fare con la ristorazione: figlia di insegnanti, una laurea in lingua francese conseguita in Giappone, si occupava di moda facendo la spola fra Tokyo, Milano e Parigi dove, all’epoca, la comunità nipponica era assai numerosa (con circa 20mila residenti) e vivace, tanto che nella capitale francese i ristoranti specializzati in ramen avevano un grande successo ed erano molto frequentati sia dai giapponesi, sia dai turisti.
Fu così che Naoko Aoki decise di portare a Milano una proposta che ancora mancava, sostenuta e incoraggiata dal proprietario del Ristorante Osaka di Parigi (situato nella prestigiosa zona di Palais Royal) e di altri due locali di successo, che fu non solo il suo mentore, ma inizialmente anche socio (sino al 2009 anno in cui Naoko rilevò il 100% delle quote).
Grazie alla qualità della sua cucina e delle materie prime selezionate, e al servizio curato e impeccabile, il Ristorante Osaka ha saputo nel tempo conquistare non solo la clientela giapponese residente o di passaggio nel capoluogo meneghino (per business o per leisure), ma anche il pubblico italiano, diventando così un punto di riferimento a Milano per tutti gli appassionati della cucina giapponese tradizionale.
Ramen, sushi e washoku (la parola composta da due kanji che indica appunto la tradizione culinaria nipponica: “wa”, che significa “giapponese” ma anche “armonia”, e “shoku” che indica “cibo” o “mangiare”) sono ancora oggi i tre capisaldi del Ristorante Osaka e, come vent’anni fa, definiscono lo stile della sua proposta gastronomica.
L’anima della cucina del Ristorante Osaka è da diciotto anni Chef Ikeda (giunto a Milano da Parigi nel 2001) che da sempre realizza la vera cucina giapponese senza compromessi, curata in ogni dettaglio, sino alla perfezione, e riconoscibile al palato giapponese. Chef Ikeda ha acquisito un’ottima conoscenza anche di alcuni ingredienti italiani che riesce a mettere sapientemente al servizio del gusto giapponese, concedendosi ogni tanto qualche moderata sperimentazione.
Accanto a lui, da un anno, il Sous Chef Takimoto che può vantare vent’anni di esperienza nella città di Osaka dove ha acquisito le regole base della cucina nipponica che rispetta fedelmente e applica rigorosamente.
Il menu cambia due volte l’anno, in primavera-estate e in autunno-inverno: la stagionalità degli ingredienti e il loro armonioso accostamento, anche a livello cromatico e visivo, sono infatti valori fondamentali nella cucina giapponese; i piatti di maggior successo, anche se stagionali, entrano spesso nel menu che si arricchisce così di anno in anno.
I primi anni non furono semplici per Naoko Aoki che ebbe non poche difficoltà a inserirsi in un mondo per lei del tutto nuovo e soprattutto molto maschile, quindi non semplice per una giovane donna. All’epoca era anche molto complicato reperire sul mercato italiano alcuni prodotti tipici giapponesi, tra cui il sake.
Ma l’entusiasmo, la passione, la coesione del team e il supporto dei clienti le hanno consentito di superare le complessità e portare il Ristorante Osaka a essere oggi annoverato in tutte le principali guide gastronomiche come uno dei migliori locali di cucina tradizionale giapponese in Italia, e a essere frequentato da diversi chef stellati italiani, sportivi e personalità famose dello spettacolo giapponese, ma anche artisti e attori italiani.
“Rispetto agli esordi – spiega Naoko Aoki – la nostra clientela è evoluta: all’inizio i nostri clienti erano soprattutto giapponesi, il ramen non era molto popolare fra gli italiani, del resto in Italia la cultura della pasta ha radici molto profonde; oggi, anche grazie al boom globale della cultura giapponese e a una maggiore propensione verso nuove esperienze della tavola, l’80% dei clienti sono italiani; molti giovani e giovanissimi, ma anche persone adulte che hanno imparato a conoscere e apprezzare sia il pesce crudo sia la cucina giapponese tradizionale (ramen, onigiri, tempura, curry rice) e sono ormai anche molto più coscienti e in grado di distinguere la qualità degli ingredienti e dei piatti.”
Il Ristorante Osaka non è solo nella divulgazione della vera cucina giapponese nel nostro paese: è infatti socio cofondatore di AIRG, l’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, al momento composta dai ristoratori di Poporoya e Shiro, Finger’s e Finger’s Garden, Zero, Higuma (attualmente senza un locale, ma costantemente all’opera per promuovere la vera cucina giapponese), che dal 2003 mantiene fede al proprio obiettivo, cioè quello di diffondere la cucina nipponica tradizionale.
Nei progetti futuri di Naoko Aoki non ci sono nuove aperture, ma il desiderio di consolidare ciò che sinora è stato fatto: “Proporre la vera cucina giapponese a Milano, ponendo grande attenzione alla qualità del cibo, al servizio e all’accoglienza dell’ospite affinché possa vivere una perfetta esperienza giapponese.
Gli italiani amano il buon cibo e stare bene a tavola, amano viaggiare e scoprire culture diverse: sempre più italiani visitano il Giappone e tornano appassionati della nostra cucina, alla ricerca di standard sempre più elevati… non vogliamo deluderli, ma soddisfare le loro aspettative e regalare loro emozioni uniche.”
E come in ogni anniversario che si rispetti, Naoko Aoki e lo staff del Ristorante Osaka hanno deciso di dedicare ai loro clienti, affezionati e nuovi, due piatti speciali da abbinare a sake, birra giapponese o vino.
A pranzo lo speciale BENTO OSAKA 20TH ANNIVERSARY, la tradizionale scatola laccata giapponese contenente diverse pietanze divise per tipologia: verdure al vapore da un lato, dashimaki tamago (la tipica frittatina giapponese), gambero fritto, filetto di maiale, petto d’anatra e pollo fritto dall’altro, granchio marinato al centro, e infine sashimi e mix di pesci alla griglia (tra cui anguilla).
Il tutto servito con riso bianco, verdurine sott’aceto e un piccolo ramen (disponibile dal 18 giugno per una settimana al costo di € 20). A cena, HASSUN: un antipasto misto composto da otto pietanze (tra cui sushi, pesce alla griglia, verdure, un antipasto tipico giapponese, un fritto, una pietanza saltata in padella, la tipica frittatina giapponese e una pietanza marinata) la cui combinazione varierà di giorno in giorno a seconda della disponibilità dei prodotti e dell’estro degli Chef (disponibile dal 25 giugno per una settimana al costo di € 20).
Corso Garibaldi, 68
02/29060678