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SINE, il Ristorante Gastrocratico di Roberto Di Pinto
Aggiornamento: 5 giu 2020
La felicità non dipende dal superfluo: recita così una celebre frase del “Signor G” scelta da Roberto Di Pinto per riassumere – e definire – il concept del proprio ristorante. Che proprio per questo ha chiamato SINE Ristorante Gastrocratico.

SINE, ovvero “senza” come scrivevano i latini: è questa la parola che esprime l’essenza del ristorante che lo chef Roberto Di Pinto ha aperto nel dicembre 2018 in Viale Umbria (all’angolo con Corso XXII Marzo).
E senza il superfluo, eliminando tutto ciò che può rappresentare un peso inutile nel piatto e sul conto del cliente, significa allargare i confini della cucina gourmet e della gastronomia di qualità, per parlare a tutti, non solo a una ristretta élite. SINE quindi come ricerca dell'essenzialità dei sapori e delle preparazioni, della sottrazione di ciò che è superfluo e sovrastrutturale.
È la Gastrocrazia: un neologismo che ha coniato – e registrato – lo chef in persona e che nasce dall'unione tra le parole “gastronomia” e “kratos” (potere in greco antico).
“Potere alla gastronomia – si legge infatti nell'introduzione sulla carta – non per esaltarla a mera esibizione, ma per renderla libera da vecchi preconcetti (...). Una cucina capace di arrivare a tutti”.
Nasce così l’idea del Menu Gastrocratico (cinque portate a 45 euro): a base stagionale, una vera e propria rivoluzione nella dimensione gourmet.

La Gastrocrazia nasce infatti con lo scopo di fare cultura attorno al cibo, rivolgendosi soprattutto ai giovani, quindi con una proposta accessibile: nasce così l’idea di proporre ogni martedì Menu Under 25 con menu “fisso” a 35 euro; oppure la formula del Pranzo Gastrocatico – accanto alla carta naturalmente – una selezione di piatti, che cambiano ogni giorno in base alla disponibilità degli ingredienti, pensato anche per chi ha la necessità di coniugare “tempo” e gusto (tre le soluzioni proposte: un piatto, acqua, caffè e coperto a 15 €; due piatti, acqua, caffè e coperto a 25 €; tre piatti, acqua, caffè e coperto a 30 €).
Gastrocrazia anche negli altri due menu proposti (oltre alla possibilità di scegliere alla carta), più articolati e ambiziosi: uno dedicato a una rilettura personale della tradizione (Sine Tempore, a 65 euro), dove troviamo piatti come Scarpetta, o la Pizzetta fritta, friarielli, palamita e basilico; e uno al racconto dell’idea di cucina dello chef (Sine Confini, a 95), una fotografia dinamica che si è arricchita con il passare del tempo, e che si esprime in piatti che parlano di tradizioni, sogni e delle esperienze dello chef, come Ravioli di dentice, crescione e brodo dashi o Diaframma, peperone e wasabi napoletano.
Chi invece desidera vivere un’esperienza totale, può divertirsi allo Chef Table, rigorosamente in cucina, con piatti eseguiti in maniera estemporanea dallo chef.
Il locale è semplice e raffinato, l’interior project di gusto contemporaneo, curato personalmente dallo chef e da sua moglie Martina (che si occupa della gestione del ristorante e della sala).
L’arredo è creato con pezzi di design contemporaneo che ben armonizzano con particolari che suggeriscono un’atmosfera “di casa” (come i tappeti o i toni sobri dei colori scelti per le pareti e il pavimento), ma anche con dettagli vivaci, come il wallpaper che fa da sfondo all’elegante banco bar, perfetto per un aperitivo; per cene private o occasioni particolari, è disponibile una saletta riservata.
LO CHEF

Roberto Di Pinto, napoletano 100%, ha scelto di frequentare la scuola alberghiera affascinato da quello che leggeva nella rivista “Gran Gourmet”.
Le sue esperienze lavorative iniziano all’età di 16 anni, nella pasticceria Scaturchio di Napoli, dove entra come “garzone” per poi scoprire la preparazione dei classici dolci partenopei come sfogliatelle, babà e pastiere. Entra nel mondo Starwood, rinomata catena alberghiera con la quale gira mezzo mondo, a partire dai ristoranti stellati “Fiore” e “Conservatory” di Londra per poi tornare in Italia, a Firenze, al Grand Hotel.
Tappa importante a Milano con il Diana Majestic, ma soprattutto con Nobu prima di approdare a Parigi nel 2000 con Beltramelli, da cui apprende nuove tecniche legate alla cucina molecolare, quella sognata da piccolo guardando le grandi riviste.
Prima sous-chef e poi Chef Executive al Bulgari, a cavallo tra i due ruoli l’incontro che ha cambiato la sua visione di cucina, uno stage da Gennaro Esposito nella Torre del Saracino, colui che gli ha fatto riscoprire il valore e la meraviglia della cucina di casa.
Diversi eventi hanno completato la sua visione cosmopolita della cucina, soprattutto “Epicurea” con grandissimi chef come Yannick Alleno, Dominique Crenn e Thompson, che hanno arricchito la sua visione curiosa e aperta. Nel dicembre del 2018 apre con la moglie Martina Ventura SINE, il primo e unico Ristorante Gastrocratico dove racconta la cucina delle radici e dei sogni.
Info su SINE:
Viale Umbria, 126 | Milano
+39 02 3659 4613 | info@sinerestaurant.com
Lunedì 19:00 – 22:30
Dal martedì al sabato 12:30 – 15:00 | 19:00 – 22:30
Chiuso lunedì a pranzo e domenica